Da mesi registriamo una crisi idrica che non ha precedenti nella nostra Città che i dipendenti comunali, tra fontanieri, capisettore e dirigenti, non riescono a fronteggiare in nessun modo. La direzione dell’acqua cambia più volte a settimana, intere zone della Città rimangono a secco a rotazione per garantire almeno l’apparenza del servizio. L’autobotte fa avanti e indietro per le vie della Città come se la CO2 non esistesse o come se il diesel fosse gratis per il Comune. Spendiamo migliaia di euro per trasportare acqua e gli affidamenti dirette alle ditte fioccano, “il nuovo che avanza” direbbe Cetto la Qualunque. Si prendono in giro i cittadini ma “quando l’acqua è poca la papera non galleggia”.
Allora si propone una soluzione altamente innovativa, scavare nuovi pozzi. Da 10 anni vediamo amministrazioni susseguirsi che puntualmente scavano nuovi pozzi, alcuni anche su falde non potabili, che sfruttano le falde acquifere più del dovuto, e ogni anno la situazione peggiora. Perché? Perché i nuovi pozzi, emungendo più acqua della effettiva capacità della falda, peggiorano la situazione, altro che soluzione.
Le falde acquifere stanno subendo uno sfruttamento estremo e inutile, visto lo stato di usura e di abbandono di tutte le condotte della nostra Città e l’arretratezza di un sistema idrico che deve essere totalmente ripensato. Basta con le toppe, basta con l’emergenza, dobbiamo diventare una Città sostenibile. Guardiamo al Recovery Fund con prospettiva. Ecco una soluzione lungimirante.
Siamo in grado o no di progettare un nuovo sistema idrico cittadino? Siamo in grado o no di recuperare le falde acquifere presenti sulle nostre montagne? Siamo in grado o no di integrare il sistema idrico attuale con il recupero dell’acqua piovana?
Francesco Madeo
Corigliano-Rossano in Azione